“Al vivo nero. Luigi Bartolini incisore”: in mostra a Urbino le acqueforti dell’artista
Nella cornice delle celebrazioni per il 60° anniversario della morte di Luigi Bartolini (1892-1963), si è aperta giovedì 14 dicembre a Urbino nelle Sale del Castellare di Palazzo Ducale la mostra “Al vivo nero. Luigi Bartolini incisore”, nata da un’idea di Vittorio Sgarbi. Èla più ampia mostra di acqueforti del poliedrico artista marchigianosino a oggi realizzata.L’esposizione sarà visitabile fino al 1° maggio 2024.
È stata inaugurata giovedì 14 dicembre p.v. nelle Sale del Castellare del Palazzo Ducale di Urbino, la mostra “Al vivo nero. Luigi Bartolini incisore” a cura di Alessadro Tosi e Luca Cesari, alla presenza dell’On. Vittorio Sgarbi e della figlia dell’artista, Luciana Bartolini. Si tratta della terza tappa delle celebrazioni regionali dedicate all’arte di Luigi Bartolini a sessant’anni dalla scomparsa, promosse dalla Regione Marche in collaborazione con la Città di Macerata e la Città di Urbino, assieme ai Comuni di Camerino, Cupramontana e Osimo.
“Un progetto che ha coinvolto l’intero territorio marchigiano toccando cinque città e che abbiamo supportato convintamente – ha dichiarato l’Assessore regionale alla Cultura, Chiara Biondi – perché celebrare personaggi importanti per le Marche significa attribuire il giusto merito anche a chi ha dato la possibilità di rendere grande la nostra regione e di farla conoscere al di fuori dei confini naturali. Per questo motivo, come Settore Cultura, abbiamo anche portato il progetto al Salone internazionale del libro di Torino“.
L’esposizione allestita nelle Sale del Castellare è realizzata dal Comune di Urbino, con la collaborazione di Accademia di Belle Arti di Urbino e della Fondazione Carlo e Marise Bo. Dopo la mostra recentemente inaugurata a Macerata, dedicata all’opera pittorica dell’artista scrittore, l’attesissima esposizione di Urbino riguarda l’opera incisoria: le magistrali acqueforti di Luigi Bartolini. Negli spazi di Palazzo Ducale sono confluite ben tre collezioni (Timpanaro, Bassano, Bartolini) per un totale di circa centotrenta opere esposte. Si tratta, in breve, della più ampia mostra di acqueforti di Luigi Bartolini sino a oggi realizzata per numero. Nelle intenzioni dei curatori la mostra intende offrire un itinerario magico e narrativo che percorra tutti i ricorrenti soggetti dell’acquafortista (paesaggi, fiumi, fonti, figure, finestre, piante, fiori, animali) raccontati attraverso il commento di scrittori, critici, interpreti fondamentali del Maestro. “In un percorso cronologico e tematico che copre l’intera produzione dell’artista dai capolavori degli anni tra le due guerre alle incisioni degli anni Romani, sono presentate opere in grado di documentare attraverso esemplari unici e rari la complessità di un linguaggio tanto amato dai maggiori intellettuali scrittori e poeti del Novecento” spiega Alessandro Tosi.
La volontà da parte dei curatori è quella di realizzare una mostra altamente corretta dal punto di vista scientifico – quale può garantire uno studioso del linguaggio incisorio novecentesco come Alessandro Tosi – e, nello stesso tempo, massimamente semplice: capace di accompagnare le nuove generazioni per mano nella conoscenza del magico mondo di Bartolini. Bartolini – nelle parole di Luca Cesari – «è il più rinomato caso novecentesco di poeta cum figuris e di artista per verbis; non esiste altra personalità novecentesca che, pari alla sua, abbia conseguita tanta esemplarità sia nelle lettere sia nelle arti, senza dimenticare la critica».
“Il godimento delle acqueforti –sostiene Vittorio Sgarbi – viene dalla sofferenza del suo segno inquieto che graffia e ferisce, che trasferisce sulla lastra il suo tormento il suo sentimento del tempo. Ci vuole riflessione, meditazione lenta e partecipe per capire un artista tanto solitario e tanto profondo che, interpretandolo, non lascia il mondo come lo ha trovato. […] Le marche gli restituiscono quello che lui, nato a Cupramontana, ci ha dato, interpretandole nella loro profonda spiritualità. In quelle terre è il suo spirito“.
Info e orari
La mostra sarà visitabile fino al 1° maggio 2024 con i seguenti orari: tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 15.30 alle 18.30
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